Una passeggiata attraverso Vezza d’Alba per visitare Chiese e Santuari e godere del Museo Naturalistico del Roero e dei panorami più incontaminati


 
 


IL PERCORSO


Una volta raggiunta Vezza d'Alba, la prima tappa è la CHIESA DI SAN BERNARDINO o CONFRATERNITA DEI BATTUTI BIANCHI. La chiesa è dedicata a San Bernardino ed è stata costruita tra il 1744 e il 1768, ma il campanile esterno è stato terminato solo nel 1792, quasi certamente su disegni del conte Carlo Giacinto. All'interno, si possono ammirare numerose tele che decorano le pareti della Chiesa. “Madonna col Bambino e i santi Bernardino da Siena e Carlo Borromeo” è un dipinto di Fea, realizzato nel 1636; “Santa Elisabetta d’Ungheria e Santa Chiara”e “San Vincenzo Ferrer in estasi e San Giovanni Battista” sono invece opere di Giovenale Dongiovanni risalenti alla seconda metà del ’700. Degni d’attenzione sono anche gli affreschi, in particolare la vasta composizione della cupola. Oggi la Chiesa viene utilizzata per mostre temporanee, concerti di musica sacra e classica.

Usciti dalla Chiesa, si raggiunge la PIAZZA CENTRALE di Vezza d'Alba e da qui si raggiunge la STRADA ROMANTICA che è situata in prossimità dell’antica ROCCA DEL CASTELLO e del MASTIO, nucleo centrale attorno a cui si sviluppò il capoluogo, nonché centro delle attività umane e religiose.

Sulla strada romantica si può ammirare il SANTUARIO DELLA MADONNA DEI BOSCHI, fra la Valle Sanche e la Valle Maggiore. La chiesa, in stile romanico a una navata, dopo essere stata edificata nel XII secolo, passò al giuspatronato dei Roero, i quali la ampliarono annettendo un nuovo convento. Nel 1731 fu costruita la volta sulla navata e nel sottotetto venne confinato un prezioso affresco gotico del XV secolo, raffigurante l’Annunciazione. Nella cripta, dal 1608 alla fine dell‘800 vennero sepolti vari esponenti della famiglia dei Roero di Vezza e di Guarene. Attualmente non sono previste visite all’interno del Santuario se non su prenotazione al Comune o al custode.

Sempre sulla strada romantica si arriva alla CHIESA PARROCCHIALE DI SANTA MARIA ASSUNTA E SAN MARTINO. Chiesa fondata verso il Mille ad uso di oratorio, venne ricostruita tra il 1665 e il 1671 e ampliata tra il 1850 e il 1853, con la costruzione delle due navate laterali e della sacristia.
All’interno la struttura è a navata unica, con otto cappelle laterali ed alcune tele dei fratelli Dufour. Volgendo lo sguardo alla volta della navata, si possono vedere quattro grandi affreschi, tre dedicati a S. Martino e il quarto al tema eucaristico, realizzati nel 1872 dal pittore torinese Paolo Emilio Morgari. Il magnifico organo che troviamo all’interno fu costruito dalla ditta Bossi di Torino nel 1875. Alla stessa data si può ascrivere l’icona che orna la parete di fondo del coro, che raffigura S. Martino e S. Benedetto ai piedi dell’Assunta, alla quale è anche dedicata la chiesa.

Usciti dalla chiesa si prosegue per raggiungere la FRAZIONE BORGONUOVO dove la prima tappa è la CHIESA DI SAN CARLO. Costruita nel 1622/1623 in adempimento di un voto fatto dalla Comunità. Nel 1723 l’edificio fu allungato, contestualmente all’arretramento della facciata. Tra il 1868 e il 1872 la chiesa venne ricostruita con pianta e croce.

Esterna ai concentrici della Villa, di Borgonuovo e di Borbore, c’è la CHIESA DI SAN MARTINO DI SOCCO.  Ricostruita nel 1825 in forme semplici che si richiamano al barocco piemontese, presenta uno snello campanile, asimmetrico alla chiesa.

Nella frazione Borbore, ai piedi della salita della “monta”, visitiamo la chiesa settecentesca dedicata al SS. Nome di Maria e a S. Pancrazio, ossia la CHIESA DELLA MADONNA D'OROPA E S. PANCRAZIO

Il percorso si conclude nella PIAZZA DI VEZZA D'ALBA da dove si può ammirare il MUSEO NATURALISTICO DEL ROERO. Gestito da volontari, si pone come luogo di formazione per bambini ed adulti, e costituisce un centro di interesse turistico-naturalistico-culturale a disposizione della collettività. I reperti collocati nelle vetrine del museo provengono dalla raccolta di esemplari, avvenuta a partire dagli anni Ottanta, ad opera degli alunni della Scuola Elementare locale. Alcuni insegnanti incentivarono i bambini ad osservare, studiare e conservare gli elementi più significativi del mondo circostante, al fine di garantire un approccio più efficace allo studio dell’ambiente. Venne così a formarsi, reperto dopo reperto, una prima collezione di fossili e di animali. Alla fine del 1999, la Scuola ha concordato con l’Amministrazione Comunale la trasformazione da Museo Scolastico a Museo Civico, continuando a curarne la gestione. Il museo è formato da una sala geologica, all’interno della quale sono stati collocati numerosi reperti rinvenuti in territorio vezzese e roerino, e da una sala naturalistica, che si compone di nove vetrine rappresentanti gli ambienti significativi del Roero ( bosco umido, bosco secco, rocche, peschiere, Tanaro, ruderali, coltivi) e numerosi esemplari di uccelli collocati accanto i relativi nidi. Oltre a queste, sono presenti una sala didattica, una biblioteca, una postazione video e pc ed una sezione entomologica dotata di pannelli illustranti i cicli biologici, la riproduzione, l’alimentazione e la classificazione degli insetti.