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"Gli irrequieti uomini di René presero un soldato in aperta campagna e lo rinchiusero nella stalla di una cascina appena fuori Neviglie"

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NEVIGLIE OGGI


Neviglie silenziosamente accoglie.

Come fece con Beppe Fenoglio durante il periodo di lotta partigiana. Rimase impresso nella sua memoria questo borgo, che troviamo narrato nel suo racconto Il Trucco.

Spunta lì tra le colline Neive, Mango, Treiso e Trezzo Tinella.

C’è un silenzio che nutre pensieri qui dove gli unici rumori sono quelli fatti dai trattori che lavorano incessantemente.

Quando però è tempo di festa anche questo borgo si anima di voci e sorrisi.

Il vino in occasione dell’annuale festa Goodwine Neviglie arrossa le gote di giovani e meno giovani che insieme accolgono l’estate brindando con il Moscato prodotto in zona.


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NEVIGLIE IERI


Una delle prime citazioni di Neviglie la troviamo in un documento del 973.

Neviglie era incluso nel territorio del marchese Aleramo, assegnatogli dall'imperatore Ottone, territorio compreso tra il Tanaro, l'Orba e il mare. Nell'atto di divisione del 1142, tra i sette figli del gran marchese Bonifacio del Vasto, discendente di Aleramo, troviamo Neviglie, inserito nel contado di Loreto, toccato ad Ottone Boverio che, nel 1149, sottomise il contado ad Asti, come fece il fratello Bonifacio marchese di Cortemilia, succedutogli nel 1188. 

Si andava affermando negli ultimi trent'anni del XII secolo il comune di Alba che, nel 1185, otteneva da Federico Barbarossa il riconoscimento della sua autonomia comunale e le regalie, e mirava ad estendere, per contrastare la repubblica di Asti, il suo dominio verso Barbaresco, Trezzo, Treiso e Neive, con cui aveva stipulato un atto di pace e alleanza nel 1171 (Documento del Rigestum 163).

Dovendo scegliere tra Asti e Alba, il 28 aprile del 1198, tutti gli abitanti di Neive, Neviglie, San Sisto, Santa Maria del Piano, Trezzo e Barbaresco, con il consenso di Bonifacio De Revello, di suo figlio Guglielmo, di Enrico del fu Ottone, di Giribardo De Montaldo, diventarono cittadini albesi sotto il podestà Leonardo delle Croce (Rigestum doc. 161) con varie condizioni. 

Un'altra data fondamentale per Neviglie è il 1124. Il 12 agosto (Rigestum doc. 253) il vescovo di Alba, Rainero di Occimiano, con il consenso del suo capitolo, investe il signor Pagano di Pietrasanta, podestà di Alba, dei tre quarti del castello e della villa di Neviglie, ciò quanto Guido di Neviglie aveva in feudo dal vescovo di Alba, nel castello, villa e giurisdizione di Neviglie e il comune di Alba prestò la fedeltà feudale al Vescovo.
Guido di Neviglie non aveva accolto di buon grado la cessione al comune di Alba e ne nacque un contenzioso che fu risolto da Guglielmo di Prunetto (Rig. Oc. 443) che stabilì che Guido di Neviglie doveva vendere al comune di Alba i tre quarti del castello e borgo di Neviglie per 200 libbre di denari e 1.000 denari in terre del comune, tra cui una vigna sul monte Falsario, una giornata di terre presso l'ospedale e altre. Il comune di Alba completò l'acquisto di Neviglie con successivi atti.

Nel 1275 Asti sconfigge duramente Alba e corre il palio sotto le mura della capitale delle Langhe, come racconta Guglielmo Ventura, per significare la sua conquista della città. La pace del 1276 fu disastrosa per Alba che dovette restituire ad Asti un parte di territorio di Trezzo.

Neviglie, in tutto questo trambusto era finita sotto il dominio di Asti che l'aveva ceduta in feudo ad alcune famiglie nobili della città: i Guttuari De Castello, Marenghi e Lorenzi, più feudatari erano facilmente controllabili e la stessa sorte toccò alla vicina Trezzo.

Dalla Lombardia vennero in Piemonte i Visconti, che occuparono tutto e litigarono con tutti: Asti, Savoia, Marchesi di Monferrato e Saluzzo, ma alla fine l'ebbero vinta e le terre del Piemonte venivano utilizzate come dote per maritare le figlie. 

Giovanni Gaspare fu il più fortunato dei marchesi di Busca del tempo, non solo, ma il più potente feudatario della nostra regione: seppe insignorirsi di Mango, Trezzo e Neviglie e della metà di Cossano, rafforzarsi in questi feudi, conservarne poteri illimitati e lasciarli ai discendenti. Nel 1510 fu podestà di Alba: seppe amministrare la giustizia con gradimento di tutti e preservare la città dall'incrudelire del contagio della peste, che già aveva cominciato a mietere vite. Per gratitudine gli Albesi nell'anno seguente gli decretarono la cittadinanza e l'esentarono dalle taglie. 
I marchesi di Busca cedettero il loro feudo ai Savoia che dopo il 1631 istituirono la provincia di Alba e venne riconosciuta l'autonomia del comune di Neviglie.


 

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