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ROASCIO OGGI


È un comune giovane, indipendente da appena 100 anni.

La pietra arenaria di Langa gli dona un tocco di eleganza tipico dei piccoli borghi della zona.

Una lapide romana murata nella Chiesa di Roascio fa però pensare che già durante l'impero ci fosse vita su questi stessi terreni.

La Chiesa Parrocchiale dell'Immacolata Concezione ha dimensioni sproporzionate per questo paesiello. Tanto che se anche tutti gli abitanti si recassero insieme alla funzione domenicale, comunque rimarrebbero ampi spazi desolatamente vuoti.


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ROASCIO IERI


Si crede che questo villaggio abbia preso il nome dalla voce latina rosio, cioè dall'effetto che il rivo produce nelle sue escrescenze, durante le quali rode i poderi per ove scorre. 

L'epoca della fondazione di Roasio o Roassio risale ad età ben remota: alcune sculture rilevate in pietre da taglio, che si rinvennero in vicinanza della chiesa parrocchiale, si riferiscono al tempo degli antichi romani.

Giorgio Castrucci di Mondovì fu il primo di sua famiglia che possedette una parte di Roascio e di Torricella. Gian Giuseppe Rabbio di Cuneo acquistò una porzione non solo di Roascio e di Torricella, ma ben anche di s. Michele. La nobile famiglia dei Morozzo ebbe poi il feudo di Roascio con titolo comitale.

Nel 1260 Vincenzo d'Acqui e Gualtiero Saliceto, procuratori di Carlo conte di Provenza, investivano i marchesi di Ceva del luogo di Roascio e di varie altre terre.  
Nel 1295, il marchese Oddone Del Carrello a nome del marchese Nano di Ceva, vendette al comune d'Asti il comune di Roascio, che venne poi acquistato dal marchese Nano.

Si susseguirono poi vari feudatari.


 

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