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"Non vedevo differenza tra quelle colline e queste antiche dove giocai bambino e adesso vivo: sempre un terreno accidentato e serpeggiante, coltivato e selvatico, sempre strade, cascine e burroni"

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SANTA VITTORIA D'ALBA OGGI


Santa Vittoria d'Alba è un invito a “salire su da lei”: puoi ammirarla, inconfondibile e maestosa, sulla rocca che domina il Roero e sovrasta la valle del Tanaro, nel territorio compreso tra Bra ed Alba, timida si affaccia a scrutare madre-Langa.

Santa Vittoria è storia e tradizione. La sede comunale occupa una storica villa in cui presente e passato convivono pacificamente. Il castello fa compagnia alla Torre Campanile e alla Chiesa Parrocchiale dell'Assunta nel trio delle cose da vedere a Santa Vittoria.

Ha una corte di piccole frazioni e borgate, prevalentemente agricole, sparse tra i vigneti e i noccioleti, che alimentano il benessere di queste zone: Case Nuove, Gottino, La Piana, Lussi e Valentino.

Ma Santa Vittoria ha anche un animo da protagonista: di lei si parla nel film del 1969 Il segreto di Santa Vittoria di Stanley Kramer, ambientato durante la seconda guerra mondiale. Anche nella tragedia il vino buono non manca e la pellicola lo conferma.

Nel 2010 Santa Vittoria torna alla ribalta: esce nelle sale cinematografiche locali Si Chef! Ritorno a Santa Vittoria di Franco Tibaldi e Rita Barbero, una storia originale per un film interamente girato e ambientato nel comune di Santa Vittoria con tutti attori del posto. Questa volta si parla di cibo, insomma sempre a tavola si finisce!


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SANTA VITTORIA D'ALBA IERI


Se scarsi sono gli elementi a dimostrare che il territorio era abitato fin dalla preistoria, ben più consistenti sono le prove che dimostrano sua importanza nel periodo romano, per la sua vicinanza con Alba e tanto più con l’antica Pollentia (l’attuale Pollenzo). Quest’ultima era legata a Santa Vittoria per le pregiate terrecotte che qui si fabbricavano (Anforianum).

La sua posizione strategica di controllo sulla pianura sottostante, all’incrocio di importanti vie di comunicazione alternative da e verso Asti, la colloca tra i più importanti siti del tempo, teatro di importanti avvenimenti. Alcuni scavi occasionali hanno portato alla luce diverse sepolture ad inumazione ed incinerazione.

Incerta è l’origine del nome: la versione più accreditata pare sia quella che vuole il colle dedicato ad una non meglio precisata “victoria” romana, toponimo che avrebbe poi assunto il prefisso “sancta” nel periodo di espansione cristiana. 

La presenza di due antiche chiese dedicate alla “Beatae Victoriae in silva e S. Victoriae in platea”, ora scomparse, dimostra quanto fosse radicata la devozione e la venerazione per la santa di origine sabina.

Documenti di epoca alto-medioevale riportano l’esistenza di un modesto insediamento ai margini della piana tra il “ rivus Pontrisellum “ ed il torrente Melléa, identificato da un “castelletum” ed una chiesa dedicata a San Martino.

Nei secoli a seguire Santa Vittoria inizia, insieme alla vicina Pollenzo, una lenta decadenza, per riaffermarsi intorno all’anno Mille che la vede oggetto di disputa tra l’abate di Breme ed il Vescovo di Asti. La rocca viene munita di un “castrum”, conteso tra i comuni di Alba e di Asti, con estenuanti guerre. Dopo la caduta del dominio angioino, Santa Vittoria resta in potere della casata dei Visconti, che ne fanno un caposaldo del loro dominio inglobando possedimenti di Pollenzo, Bra e Pocapaglia.

Il finire del 1300 vede il capitano visconteo Antonio Porro inutilmente assediato dalle truppe degli Acaia; queste azioni militari si protraggono per diversi anni, finchè nel 1433 il feudo di Santa Vittoria viene assegnato ai Romagnano.

Trecento anni dopo, passa a Luigi Caissotti, marchese di Verduno, nonostante la lunga vertenza intentata dai Romagnano. Reclamato anche dalla casa sabauda, il feudo viene devoluto a questa nel 1753 e assegnato al duca del Chiablese, da cui le proprietà passeranno direttamente al regio patrimoniO


 

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