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SANTO STEFANO BELBO

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"I piccoli borghi spesso racchiudono grandi ricchezze"




23 chilometri quadrati di bellezza ai margini delle Langhe su su un territorio disegnato dalle colline e colorato dalle pianure.

Sotto il profilo artistico, ecco i resti imponenti dell’abbazia romanica di San Gaudenzio, ai piedi della collina di Moncucco.

La costruzione ricorda il periodo in cui i monaci benedettini, oltre a dissodare le terre per dedicarle alla coltivazione della vite, offrivano ospitalità ai pellegrini. Notevole è poi il santuario di Moncucco, intitolato alla Madonna della Neve.

Lo stemma civico e il gonfalone comunali ricordano l'importanza della coltivazione dell’uva: la vite dà vita alla città.

Il figlio più famoso di S. Stefano Belbo è Cesare Pavese, la cui casa nativa è sede di un importante museo.


STORIA E CULTURA


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Le origini di Santo Stefano Belbo arrivano dopo il 1000, anche se già anteriormente doveva esistere un piccolo insediamento, posto come controllo strategico all'inizio della strada che si snodava lungo la valle del Belbo.

Notizie sicure si hanno di un insediamento risalente all'epoca romana, quando fu costruito un posto militare fortificato lungo la strada che collegava Asti ed Alba con i centri della Riviera di Ponente.

Ragguagli più precisi sulla costruzione del borgo ci giungono in epoca medievale, con la costruzione di un castello sulla collina di S. Libera e di un convento benedettino (S. Gaudenzio) sui resti di un più antico tempio dedicato a Giove. Ai monaci benedettini spetta il merito di aver introdotto la coltivazione della vite nei loro possedimenti.

S. Stefano Belbo ebbe notevole importanza nel periodo feudale, di cui rimangono i ruderi di una delle torri dell'antico castello.



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